lunedì 29 giugno 2009

Attesa e speranza

Tra non molti giorni saprò.
Questa attesa mi galvanizza e al tempo stesso mi divora... voglio sapere, voglio.
L'attesa in realtà dura da quasi due anni, eppure gli ultimi giorni sono i più lunghi e faticosi.
Chissà.
Tante volte l'ho pensato, tante volte l'ho immaginato e una volta già l'ho vissuto, ma ora è ancora diverso da prima.
E' la vita che scorre ed evolve.
Basta e bisogna saper aspettare, ma non è così facile.
Vorrei godere questi giorni, con la speranza di chi non demorde. Lo vorrei per sentirmi viva, frizzante, con desiderio e voracità.

Attesa e speranza.

S

martedì 23 giugno 2009

Itaca

Ieri ero alla proclamazione dei Dottori di Ricerca dell'Università Statale di Milano e il Presidente di Assolombarda ha letto a tutti i neo-dottori questa poesia, regalatagli dalla madre il giorno della sua laurea.
Mi ha commossa.
La riproduco per chi avrà la pazienza di passare di qui e di leggerla.
Da ricordare, davvero.
Grazie per avermela fatta conoscere.

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.

Kostantin Kavafis

giovedì 4 giugno 2009

Non saprei

Non saprei proprio cos'è ma c'è.
E' quella sensazione di star chiudendo un capitolo enorme, scritto fitto fitto, con periodi lunghi e pesanti e ridondanti.
Mi è rimasto un po' il peso sulle spalle, lo sto scrollando via di dosso, anche se penso ne avvertirò la fatica a lungo.

Non mi sto più domandando il perchè, ho capito che non posso rispondermi ora, almeno non del tutto.
Le risposte arriveranno quando riuscirò a smettere di pormi delle domande.
O quando inizierò a chiedermi qualcosa di diverso.
E a vivere del tutto.

A te dico che hai squarciato un velo, con la delicatezza e il vigore di chi ama.
Avevo gli occhi appannati dalle troppe lacrime per riuscire a ritrovare la via di uscita del labirinto troppo fitto e troppo difficile per me sola.

Aspetto il momento in cui il sorriso delle mie labbra finalmente coinciderà con il sorriso del mio cuore e dei miei occhi, vero, sincero, profondo.

Così. Ai blocchi di partenza di questa vita, mia.

Così, come mi sento stasera, sola a questo mondo, di fronte ai miei sogni, ai ricordi, al dolore.
Nulla potrà ricucire, riparare, rimarginare, unire i lembi di ferite che lì rimarranno, sempre un po' sanguinanti.
Nulla e nessuno potrà entrare nel profondo delle sensazioni vissute, perchè le parole nè bastano nè servono nè esistono, in realtà, per rendere neppure lontanamente l'idea.

Eppure sono qui.
Eppure riesco a sorridere al giorno che sorge, all'estate che arriva, all'ultima barzelletta stupida che mi hanno raccontato.

Ma non basta.

Una sola cosa mi permetterei di chiedere a questa vita trascorsa, di ripagarmi e darmi quella serenità che qualunque essere vivente merita e agogna.

Nulla di complicato. Nulla di particolare. Nulla di speciale. Se non la serenità della quotidianità più spicciola e splendida e impagabile.

Il sole che sorge, l'aria che profuma di gelsomino, il sapore del pane, la succosità di un'anguria, la passione di un bacio, la forza di un abbraccio, i tuoi occhi che mi guardano.

Dio come mi sento.
Sola.
Eppure forte.

Ai blocchi di partenza di questa vita, mia.